Il sei settembre duemilaventi ci è giunta l’agghiacciante e inconcepibile notizia della scomparsa di Gabriele Galloni.
Un ragazzo, 25 anni, un talento purissimo, un grande poeta inviso unicamente ai frustrati e agli invidiosi del suo inevitabile successo.
Io avevo scritto due articoletti sui tuoi libri, e l’avevo fatto solo perché mi avevi chiesto aiuto; in verità, caro Gabriele, non mi sentivo in grado di commentare il tuo genio.
E così giovane – la metà dei miei anni – hai cambiato anche la mia poesia, con il tuo stile unico, inconfondibile, profondo.
Ciao amico mio, bello e fragile come solo i fiori possono essere.
Nemmeno le lacrime sgorgano. Si ritraggono, sfuggono.
Sarai per sempre nel mio cuore, per sempre.