L’attesa

[fotografia di Gaetano Guglielmino]

La piena s’è portata
via i nidi ed i pulcini
e caduco si domanda
l’uomo e chi s’approccia
a causa-effetto – relazioni –
se mangi il fiume anche il futuro,
o questo è il mare a cui
perviene questa massa
organica tritata che si è arresa
e sia il mare che comandi,
ed altri mari forse
privi d’acqua a macinarci,
e nulla cambi quando
nell’argine è composta,
canonica, l’attesa.

La crepa madre su Tragico Alverman

Enea Roversi, che conobbi di persona a Bologna, mi diede utili consigli sui tortellini; dove mangiarli e come (mai chiederli “asciutti” in un’osteria verace bolognese).
A parte ciò, che è già molto per le mie inclinazioni, scrisse sul suo blog del mio libro Wunderkammer, ed ora si ripete con La crepa madre.

Io lo ringrazio di cuore!

“[…]Una precisione matematica, per non dire chirurgica, quella di Tosetti e si può ben immaginare il grande lavoro di costruzione e di rifinitura operato dal poeta, il quale del resto ha dichiarato che il libro è frutto di un lavoro durato tre anni.
L’uso del settenario e dell’ottonario, delle rime, il ricorso talvolta a termini desueti o arcaici, la costante ricerca della musicalità del verso, la commistione tra realtà e fantasia: sono questi a mio avviso gli ingredienti principali del lavoro di Tosetti.[…]”.

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Il Transatlantico approda ad Alma Poesia

Alma Poesia pubblica una nota di lettura a La teoria del transatlantico, a firma di Mario Saccomanno.
E’ una lettura colta e appassionata, in cui Mario coglie il senso del libro.
Grazie di cuore!

Nel secolo scorso, il rivoluzionario e poeta greco Alexandros Panagulis – che lottò energicamente contro la dittatura militare istaurata in Grecia nel 1967, al punto da diventare il simbolo della resistenza – scrisse una poesia emblematica intitolata Il progresso.
In pochi versi, composti nel 1972, quando aveva già trascorso quattro anni di prigionia, Panagulis si soffermò sulla nascita di una schiavitù moderna avente tratti ben distanti da quella crudezza che aveva marcato il passato. A suo dire, l’oppressione regnante era regolata soprattutto da un agire apatico e nocivo rinvenuto con semplicità nella maggioranza degli individui. […]

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