Il Transatlantico approda ad Alma Poesia

Alma Poesia pubblica una nota di lettura a La teoria del transatlantico, a firma di Mario Saccomanno.
E’ una lettura colta e appassionata, in cui Mario coglie il senso del libro.
Grazie di cuore!

Nel secolo scorso, il rivoluzionario e poeta greco Alexandros Panagulis – che lottò energicamente contro la dittatura militare istaurata in Grecia nel 1967, al punto da diventare il simbolo della resistenza – scrisse una poesia emblematica intitolata Il progresso.
In pochi versi, composti nel 1972, quando aveva già trascorso quattro anni di prigionia, Panagulis si soffermò sulla nascita di una schiavitù moderna avente tratti ben distanti da quella crudezza che aveva marcato il passato. A suo dire, l’oppressione regnante era regolata soprattutto da un agire apatico e nocivo rinvenuto con semplicità nella maggioranza degli individui. […]

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Microcosmi: Antonio Francesco Perozzi

Per la rubrica Microcosmi, oggi l’EstroVerso ospita la recensione alla raccolta Lo spettro visibile, di Antonio Francesco Perozzi.

“[…] La raccolta si srotola in sei sezioni. Superata la caduta in Catabasi normale (caduta nella vita? Nell’inferno della vita? Nella Morte?), attraverso Dalla sogliaLo stato animaleInquieteUnità rocciose distinte e Chema l’autore si addentra geneticamente nei regni animale, vegetale e minerale, scandagliandone il senso da diverse prospettive.

Quello che ne risulta è un libro avvincente, aggettivo che è desueto nel riferimento a letture di poesia, ma al cui ricorso mi affido per aggiungere merito all’opera.

Il libro ci dona un’esperienza intensa, che cattura, e la sperimentazione linguistica, pur essendo ben visibile, risulta quasi sottesa. Essa, infatti, affiora del tutto soltanto staccandoci dal significato dei componimenti, in quanto l’autore esercita una “delicata violenza” (appunto, applicata con mestiere) alla parola e al senso dell’enunciato, ottenendo un sostanziale equilibrio fra significato e forma del significante. […]”

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Wunderkammer – Nazione Indiana

Wunderkammer (Pietre Vive, 2016) è arrivato fino ai giorni nostri, regalandoci anche la soddisfazione di una ristampa.

Ripropongo la recensione che mi regalò Daniele Ventre su Nazione Indiana:

“Nel paesaggio variegato della produzione poetica attuale si fa notare, dalla sua posizione defilata, l’anomalia formale della raccolta Wunderkammer di Carlo Tosetti, uscita (terza dopo Le stelle intorno ad Halley, 2000, e Mus Norvegicus, 2004) nella scorsa primavera, per i tipi di Pietre Vive Editore. Di anomalia si tratta, o meglio di collazione e collezione di anomalie, sin dal titolo, che fra gli incroci e le inopinate e inopinabili contiguità della biblioteca di Babele, riecheggia, forse per espressa volontà di antifrasi o magari per assimilazione-opposizione semi-conscia, il pur diversissimo Wunderkammer, ovvero come ho imparato a leggere (in Prosa in prosa, Le Lettere, 2009) di Zaffarano, e in modo certo più trasparente e immediato richiama le Wunderkammern di cui è costellato il Rinascimento, regie camere scrigno destinate a contenere oggetti paradossali o rari, e a conservarli secondo logiche e criteri che riflettevano gli interessi scientifici o artistici, le visioni eccentriche e le nevrosi dei loro proprietari e ideatori. […]”

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