Da “Il libro degli esseri immaginari”, Jorge Luis Borges

I – A Bau A Qu

Come una vaga incisione,
dorme l’A Bau A Qu e mostra
pelle di pesca ai puri di cuore,
cerula luce di vetta.
Quando poco s’incarna è della seta
il lamento che piange, lacrima ogni
fortezza e a guisa d’istanza tradita
l’etero accenno rimuore.

II – Abtu e Anet

A Eliopoli regge i cieli il Dio Ra,
la terra e l’infero mondo dei morti
solca di notte la nave solare.
All’ovest puntava il giorno passato,
con due gemelli delfini: scortano
attenti agli scogli, il sole governa dal mare.

III – L’Anfisbena

Segno del limite, tempo finito
– l’uroboro ha un solo estremo anteriore –
sopporta due teste, una alla coda,
ratto esso corre con rara prestezza
e il lume degli occhi infonde terrore,
lo cibano pie le formiche, avvezze
a sfamare le alate regine.

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