Su Poetarum Silva una splendida recensione de La Crepa Madre, a firma di Anna Maria Curci, che ringrazio con tutto il cuore.
“La ferita, la piaga, lo squarcio sono varco, frontiera e passaggio a una dimensione nella quale non solo la visione, ma i sensi tutti sono “desti alla parola”. È una constatazione, questa, che, se trova la sua conferma in tante voci della poesia, assume, tuttavia, una sua vivida peculiarità nei versi di La crepa madre di Carlo Tosetti. […]”
“L’attenzione al ripetersi di numeri e quantità si ripercuote anche sulla misura dei versi, che alternano settenari e ottonari, mentre nella struttura ritmica l’oggetto stesso del dire sprona l’autore all’impiego del trocheo così come del giambo, del dattilo, così come dell’anapesto. […]”
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