Ricordi quando
interrammo i crochi?
L’intimo conforto
– mai lo confessammo –
nel veder che sbocci
l’incipiente primavera
da essi precorsa,
si liquefa in nulla,
ma il bulbo permane.
*
Il puntiglio col quale
scortichi maestra
l’asparago selvatico,
l’arte paziente
che tutti non sanno,
di serbare il tempo
ch’è dovuto ai gesti,
t’ammanta d’un’aria
svanita, quasi perduta.
*
Con olio e limone
a splendere cosparsa,
crogiolando al lago
e quando il pesce pure
diffida l’acqua ch’è rafferma,
fra gli schiocchi rari
– il canneto, sempre,
fitto è la frescura –
la tinca colsi nei pantani.