La Crepa Madre – Cartesensibili

Oggi, su Cartesensibili, un’acutissima e  approfondita lettura de La Crepa Madre a firma Paolo Gera, che ringrazio di cuore.

“[…] All’inizio l’evocazione del fenomeno ha bisogno di mostrare la necessaria documentazione di veridicità, di mostrare i documenti storici d’archivio per poi, nella specularità deformata dei versi, pianificarsi in una dimensione in cui affiora una vocazione ossimorica di cantastorie geometrico e stralunato che mi ha ricordato il canto dolente e surreale di Guido Ceronetti, anche nell’evocazione di uomini non illustri e della loro fine spietatamente segnata.

E quando Boldo morì
d’un male taciuto, vidi
l’orrende lesioni aggrappate
ai rami suoi dentro, privi
di foglie, rami che fanno
ai vivi provare respiro,
rividi l’incedere uguale
degli alberi nostri, gl’interni,
allo spaccare di crepe
e forse l’idea si mantiene:
infilzano carni le vene,
l’arterie, i tubi i polmoni.
(VIII, 10, p.73)

Altri scrittori mi verrebbe da citare in questo  tentativo di coniugare il doloroso apparire del vero a una vena surreale e fantastica di racconto, financo nella ricerca di personaggi emblematici non appartenenti al mondo degli uomini eppure a loro così contigui da essere impastati della stessa disperazione: penso alle labrene e al verme azzurro di Tommasi Landolfi, all’Iguana di Anna Maria Ortese. […]“.

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