Allora, riarso,
il male lasciò
prosciugato un polmone;
ricordo il timore
dal soffoco incusso.
Al caldo il giornale
speso a coprire,
notizie di ieri,
la testa dal sole.
Per lire cinquanta
un Paperino sceglievo,
oppure la mano
ricolma dei semi
di zucca e barchette,
al parco titubanti,
affondavano discrete
alla fontana, in ridotte
cittadine naumachie.
La palma solenne
– fiorì all’improvviso,
crebbe tagliato
il venefico noce
nel buco del fico –
fu un getto soltanto,
raccolto lontano
e per gioco fra noi,
al teatro romano.