A Paolo Villaggio
I.
La voce della luna,
che barbuglia dai pozzi
è nitida pei matti.
Addita direzioni
e consigli ammicca,
rinfocola complotti.
Catturata, altrove
bisogni storna sogni.
II.
Nel mondo di Buzzati,
pentito alla valanga,
lo vidi a scavare.
Ischerzo fu del vento,
mangiare Benvenuto
per mondarti il cuore.
Pacificato muore,
al bosco mai voluto.
III.
Tira il baraccone,
Ginepro (detto Dieci),
di magri pugnatori.
Tutto cade a pezzi,
puntando per Firenze,
i biondi ritirati.
Per fame lì si boxa
contro gli alleati.