[fonte]
C’invocano dall’Ade,
colle mani congiunte
e facendo portavoce;
il tuonare li soverchia,
del rivo tristo fragore,
il rombare della foce.
Tu affermi di udire
cori tetri parimenti
al pianto dei gattini,
ascende pei condotti
allo scarico in cucina;
nel cesto a pigolare
accostato al lavello,
relegati in cantina.
Io pago alla mammana,
inorpellata ed eccessiva,
i rari incensi e le visioni;
esalare ode i sussurrii
dal nulla che l’attornia,
maga estatica sviolina
d’estinti ammonizioni.
Mi rammenta 'sta cosa, questa cosa che hai scritto a Psicopompo
Non ha mai seta
Quest'uomo appeso a niente
Per le sue ali
Vero! Ciao!