Le trote immortali
Vuoto
Gabbiani
La nottata i gabbiani scendono
in strada e sgraziati zampettano,
calano i becchi come magli
su cicche sputate e mozziconi,
ingollano talora granaglie
cascate da pani integrali
o d’altri bisunti spuntini.
All’alba il sole serpeggia
dal mare fra i palazzi
e frammenta la notte,
tramenano i netturbini
e scalpicciano i primi tacchi,
decollano indolenti i gabbiani
offesi e volano a scortare
gl’assonnati pescherecci.
Savona
Un muro fra il mare
e chi vien dal Piemonte,
accoglie con sabbie relitte;
al porto c’è vino francese
con vongole e i gamberi
purtroppo son cotti.
Ebbene Savona l’ho vista,
malgrado la chiami “visione”,
ricordo assai bene un due giugno,
un mio amato canto del cigno.
Farfalle
La larva
La provinciale
A Bettina
Il Maestro, Bettina,
perì di mozzarella,
non di piada o tortellino,
troppo dura s’incagliò
nel gozzo e lui sfiatò
nella babilonia della Roma
d’ogni tempo e nei lugubri scuri
mari romagnoli e di Venezia.
Hai gettato l’ancora, Bettina,
sopra uno scoglio
sicuro di casera.
perì di mozzarella,
non di piada o tortellino,
troppo dura s’incagliò
nel gozzo e lui sfiatò
nella babilonia della Roma
d’ogni tempo e nei lugubri scuri
mari romagnoli e di Venezia.
Hai gettato l’ancora, Bettina,
sopra uno scoglio
sicuro di casera.
Glabri
Questo è tutto
degli anaspidei
e d’altri glabri,
traspirano nei fondachi
dei mari e dentro
le anfore di acquari,
si torcon melodiosi
e si strizzano lungo
solenoidi immaginari.
dei mari e dentro
le anfore di acquari,
si torcon melodiosi
e si strizzano lungo
solenoidi immaginari.