Autore: Carlo
Atelier
Swedenborg
Poesie marine – V
E’ una serie di poesie scritte ispirandomi alle foto di Giovanni Cecchinato (le trovate qui: Costa Adriatica Nord – Liquido confine)
Lungo le rotte s’incontrano,
in gomitoli occulti
bisticciano, fondono,
e s’accrescono, forti,
l’intenzioni dei venti.
S’incomoda e copre
le intere migrazioni,
lo scirocco ha carrozze
stipate di bizze africane;
da sud-est, caldo, respira
e, all’impeto passato,
sputano i fiumi strapazzati
le piante divelte alla foce.
Un piede
su una spiaggia in Canada,
completo, manca nulla
– tibia e fibula,
tarsi e metatarsi, calza
e scarpa – se non la carne.
Ormai è lo svelato mistero
– quello dei suicidi –
d’un corpo che s’ammolla,
piano nel sale si sfalda,
al lido approda un piede,
solo, galleggia la scarpa,
l’altro s’è perduto, solo:
ha ceduto la stringa.
Poesie marine – IV
E’ una serie di poesie scritte ispirandomi alle foto di Giovanni Cecchinato (le trovate qui: Costa Adriatica Nord – Liquido confine).
IV.
Si salvano i costrutti
pensati ad armi pari:
se tagliano sottili
l’onda o la forza dei venti,
la tempesta, soltanto,
sferzando li piega
e resistono a mare.
Attorno alle lingue,
che portano al largo
solide radio stazioni,
spezzano i frangiflutti,
coi tetrapodi burrasche.
Lili Marleen
sun a dree a durmì
e tì te saltet foeu,
a dumandaa de fat scultaa
Lili Marleen, mì se desii
tutt masaraa, perchè se,
gh’avevi la caséta,
ma trent’ann fa.
U legiù in del perucchee
che a sugnaa i mort
voeur dì ch’el ghè
in bal un cambiament;
oh, cara nona,
qual Cambiament? Cume se faa?
Che te sigùtet cun la caséta
de trent’ann fa…!
Traduzione:
Oh, cara nonna, quando
sto dormendo
e tu salti fuori,
a domandare di farti ascoltare
Lili Marleen, io mi sveglio
bagnato fradicio, perché si,
avevo la cassetta,
ma trent’anni fa.
Ho letto dal parrucchiere,
che sognare i morti
significa che c’è
in ballo un cambiamento;
oh, cara nonna,
che cambiamento? Come si fa?
Che insisti con la cassetta
di trent’anni fa…!
(qualora riscontraste errori nella scrittura del dialetto, vi prego di comunicarmelo)
Yule
che all’irradiare
di quanti e di quali
rintocchi scandisce
l’ore il campanile,
immutate, sempre,
con identica lena,
da polmone perfetto, meccanica?
Fuori, sconsacrate,
ruotano stagioni
sopra i riti interrati,
forastici, fertili capri
e grembi roventi
e falò, poi messi
falciate a lama e vaiolo:
sono codesti i frutti veraci.
Share
Billy & Coyote
Immacolatella
A scansare i denti
della notte, della volpe
rossa e del tasso,
impegnata dormì
sotto al tumulo
di pietra nei castagni,
e prima drizzate,
rigide le zampe al sole,
protese trovatella.
Fossi pittore,
la ritrarrei al trapasso,
poiché Turner espirò
“il sole è Dio”
e lei viva scansò
– da “L’isola di Arturo” –
pur vergine il nome
d’Immacolatella.