Per la rubrica Microcosmi, oggi l’EstroVerso ospita la recensione alla raccolta Lo spettro visibile, di Antonio Francesco Perozzi.
“[…] La raccolta si srotola in sei sezioni. Superata la caduta in Catabasi normale (caduta nella vita? Nell’inferno della vita? Nella Morte?), attraverso Dalla soglia, Lo stato animale, Inquiete, Unità rocciose distinte e Chema l’autore si addentra geneticamente nei regni animale, vegetale e minerale, scandagliandone il senso da diverse prospettive.
Quello che ne risulta è un libro avvincente, aggettivo che è desueto nel riferimento a letture di poesia, ma al cui ricorso mi affido per aggiungere merito all’opera.
Il libro ci dona un’esperienza intensa, che cattura, e la sperimentazione linguistica, pur essendo ben visibile, risulta quasi sottesa. Essa, infatti, affiora del tutto soltanto staccandoci dal significato dei componimenti, in quanto l’autore esercita una “delicata violenza” (appunto, applicata con mestiere) alla parola e al senso dell’enunciato, ottenendo un sostanziale equilibrio fra significato e forma del significante. […]”
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