Essere oggetto d’interesse da parte del Prof. Giuseppe Martella è una sorta di promozione, un buon voto che rinfranca l’animo e dona energie.
L’EstroVerso (Grazia Calanna) ospita una sua recensione (dotta, articolata, lusinghiera) de La crepa madre, e io non posso che essere semplicemente contento.
Grazie di cuore al Prof. Martella e a L’EstroVerso.
“[…] Per l’opera di Tosetti si è fatto anche il nome di Tommaso Landolfi, i paradossali punti di vista, il perverso sviluppo degli intrecci, l’esibita ricercatezza del linguaggio dei suoi Racconti impossibili. Ma a me pare più congeniale il raffronto con quei narratori siciliani che fra Otto e Novecento anno inferto una torsione, da una parte mitica e dall’altra gotico-barocca, al romanzo storico-cronachistico inaugurato dal Manzoni. A partire dal “verismo” di Verga ne I vespri siciliani per esempio, passando al prospettivismo di Pirandello ne I vecchi e i giovani e alla pacata satira sociale di Lampedusa ne Il gattopardo, per arrivare all’ipnotico barocco metafisico di Gesualdo Bufalino ne La diceria dell’untore e ne Le menzogne della notte, o a quello più stralunato e favoloso di Vincenzo Consolo ne Il sorriso dell’ignoto marinaio che prende spunto da una sommossa contadina che si scatena in un piccolo paese (Alcara li Fusi) all’arrivo delle truppe di Garibaldi, per arrivare a interrogarsi sugli eventi cruciali della storia italiana, sulla posizione dell’intellettuale dinanzi ad essi e addirittura sulle possibilità della scrittura letteraria. Il “sorriso dell’ignoto marinaio” di Antonello da Messina a me pare infatti aleggiare sul volto e permeare di pacata ironia le pagine di Carlo Tosetti. […]”
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