E’ online, dal 19/07/2017, su Poetarum Silva, la mia recensione di Pareidolia, libro di Alessandra Romagna e Elvio Ceci.
Share
Fetonti
tra fetonti e fregate
– predano queste
all’altro il pesce in gozzo –
nell’icastico quadro,
svolazzano avvinti
o pende il minore
dal becco preso,
per le piume timoniere,
ai Caraibi stempera
il fardello della madre;
invitta ritorna a pescare.
Al Glicine
Figuro tutti bambini,
nella bolla d’inerte
presente dove attorno
procombe ed insorge
nuovamente ogni cosa,
ma sempre indifferenti,
a sfiatare noi s’andava
su per la china, al Glicine fino,
ansando per succhiare
l’ambito ghiacciolo.
A lasciare che affacci l’idea
(di sotto romba la Bova)
che poco ne abbasti
e ci soffochi un rivo,
s’opponeva il tritone,
che viscido sguscia
dalla mano nell’acqua
e poi, fluttuando, si posa.
Ode allo scoiattolo
il fronte immane,
il fronte immane,
Madrigali per Paolo
che barbuglia dai pozzi
è nitida pei matti.
Addita direzioni
e consigli ammicca,
rinfocola complotti.
Catturata, altrove
bisogni storna sogni.
II.
Nel mondo di Buzzati,
pentito alla valanga,
lo vidi a scavare.
Ischerzo fu del vento,
mangiare Benvenuto
per mondarti il cuore.
Pacificato muore,
al bosco mai voluto.
III.
Tira il baraccone,
Ginepro (detto Dieci),
di magri pugnatori.
Tutto cade a pezzi,
puntando per Firenze,
i biondi ritirati.
Per fame lì si boxa
contro gli alleati.